Il Pavimento Pelvico: cos’è e come conoscerlo meglio

Il pavimento pelvico è una zona del corpo femminile ancora oggi sconosciuta, a cui si presta poca attenzione o addirittura nessuna. I motivi sono legati al fatto che è un’area “nascosta” che non vediamo e con la quale non s’instaura un rapporto quotidiano. È una regione legata alla minzione, defecazione, ma è anche un’area legata alla sessualità, e per questo resa ancora di più un argomento carico di tabù.

La gravidanza rappresenta spesso il primo momento in cui le donne ne vengono a conoscenza, e ciò avviene nei corsi di accompagnamento alla nascita. Il tema del perineo femminile è centrale, poiché questo riveste un ruolo fondamentale sia all’interno della gravidanza, ma anche nel parto e nel puerperio.

Il pavimento pelvico e le sue funzioni

La bellezza di questa zona è che ha molteplici funzioni, che riassumiamo i tre punti.

1) In gravidanza

A causa dell’aumento del peso a livello addominale (feto, liquido amniotico, placenta) abbiamo una maggiore spinta verso il basso, e quindi un sovraccarico a livello del tappeto pelvico. Il ruolo quindi di tale struttura è di contenimento, di sostenere il peso dell’utero gravidico e svolge un ruolo attivo nella progressione ed espulsione del feto lungo il canale.


2) Nel Post Parto

Dopo il parto il corpo della donna torna lentamente alle condizioni in cui era prima della gravidanza. Alcuni muscoli, come addominali, muscoli e tessuto pelvico, necessitano di particolare attenzione a causa di tutte le modificazioni che hanno subito sia in gravidanza sia durante il parto.

In seguito alla gravidanza (a causa dell’aumento di peso data dal bambino, dal liquido amniotico e dall’aumento di volume dell’utero) e il parto (a causa dei traumatismi tissutali) i muscoli pelvici possono perdere la loro funzionalità con rischio d’incontinenza urinaria, scarsa sensibilità durante i rapporti sessuali, fino a raggiungere situazioni gravi come il prolasso degli organi uro-genitali.

Un ruolo fondamentale lo svolge il piano pelvico nei confronti della postura e quindi nell’insorgenza delle lombalgie. Si tratta di un apparato poco conosciuto e spesso trascurato:

  • Quante donne, anche giovani, si rassegnano a usare i salva slip in caso di perdite di urina?
  • Quante donne, dopo il parto, pensano che sia normale perdere tonicità e non riguadagnarla più?

In realtà, al pari di ogni altro muscolo, il pavimento pelvico può (e deve) essere allenato per aumentarne la tonicità e la funzionalità con esercizi di movimento pelvico. Questo permette non solo di prevenire le patologie più gravi, ma anche di migliorare la qualità della vita.

3) Aspetti Emozionali e Sessualità

Il perineo rappresenta un luogo che rispecchia tutte le emozioni di ciascuna donna. Il suo stato di contrattura varia in base allo stato emotivo e psicologico della donna, in base all’umore e a eventuali preoccupazioni.

Il pavimento pelvico riflette gli umori, le paure, le aspettative della donna.

Donne particolarmente ansiose e impaurite dall’evento nascita, spesso presentano un’ipertonicità di tali muscoli, mentre si assiste a un rilassamento della muscolatura nelle donne che vivono un periodo di serenità. E per questo che non si deve ridurre il pavimento pelvico a una semplice zona anatomica da allenare, ma bisogna sottolineare sempre il suo ruolo a livello emotivo e psicologico.

Com’è fatto il Pavimento Pelvico?

Il Pavimento Pelvico o perineo, o anche chiamato tappeto pelvico o piano pelvico, è una regione anatomica costituita dai tessuti molli (il tessuto pelvico appunto) che chiudono il bacino nel suo distretto inferiore.

Di forma romboidale, si estende dalla sinfisi pubica all’apice del coccige e in senso trasversale da una tuberosità ischiatica all’altra che non sono altro che i due piedini del bacino (per trovarli basta semplicemente appoggiare una mano al di sotto di ogni gluteo e si andrà a percepire una porzione ossea), chiudendo in basso la cavità addomino-pelvica, circondando e sostenendo l’uretra, la vescica e la vagina fino all’apparato ano-rettale.

Inoltre, il Pavimento Pelvico non è costituito da un’unica fascia muscolosa ma da ben 3 strati che prendono il nome di:

  • Strato profondo – diaframma pelvico
  • Strato medio – diaframma urogenitale
  • Strato superficiale – perineo esterno
Il Pavimento Pelvico

Quali sono le funzioni del Pavimento Pelvico? 

La muscolatura del pavimento pelvico ha diverse funzioni:

  • sostenere i visceri del piccolo bacino (vescica, utero, retto) garantendo la continenza urinaria e fecale
  • poter vivere una buona sessualità
  • durante il parto, accompagna il neonato ad intraprendere la giusta direzione

Ipotono o ipertono? 

L’ipotono e l’ipertono dei muscoli del Pavimento Pelvico sono le due condizioni muscolari più frequenti che possono dare origine a sintomi del comparto anteriore (vescica e uretra), centrale (utero) e posteriore (ano-retto).

Queste due condizioni possono coesistere dando luogo a ulteriori condizioni sintomatiche e organiche non sempre di facile risoluzione.

Attraverso la valutazione funzionale del pavimento pelvico possiamo individuare delle condizioni d’ipotono o d’ipertono che può essere affrontato con il trattamento riabilitativo e movimento pelvico.

Ipotono: quando e quali sono i sintomi

I muscoli del Pavimento Pelvico possono essere ipotonici quando è presente una ridotta attività volontaria o involontaria.

Solitamente i sintomi più comuni sono:

  • perdita di urina con lo sforzo (incontinenza urinaria da sforzo)
  • bisogno impellente di urinare (urgenza minzionale)
  • aumentata frequenza minzionale (> 8 volte
  • perdita di urina mentre si va al bagno (incontinenza urinaria da urgenza)
  • svuotamento vescicale incompleto
  • mitto urinario debole o intermittente
  • peso in vagina
  • mancata percezione durante i rapporti sessuali
  • svuotamento rettale incompleto e/o in più tempi
  • stitichezza
  • emorroidi
  • prolasso

Ipertono: quando e quali sono i sintomi

La muscolatura del piano perineale anteriore e posteriore può presentare un’elevata attività contrattile con difficoltà al rilassamento oppure presentare una contrazione quando invece dovrebbe essere rilassata.

In questo caso i sintomi più comuni sono:

  • dolore durante i rapporti sessuali
  • sensazione di incompleto svuotamento vescicale o rettale
  • iperattività vescicale (urgenza e frequenza minzionale)
  • flusso urinario lento e intermittente
  • stipsi
  • ragadi
  • emorroidi

Ipotono e ipertono possono causare le lacerazioni

Entrambe queste due disfunzioni pelviche vanno a influenzare fortemente il momento del parto in quanto potrebbero essere le prime cause della formazione di lacerazioni a livello del Pavimento Pelvico.

Le lacerazioni che si verificano nella zona del Perineo durante il parto sono delle ferite che avvengono nel momento dell’espulsione, ciò significa che il passaggio del bambino può lacerare i tessuti che circondano l’apertura del canale vaginale fino all’ano.

La letteratura scientifica distingue 4 gradi delle lacerazioni:

  • 1° grado: lacerazione superficiale che interessa la mucosa vaginale o la cute del perineo, ma senza interessare i muscoli;
  • 2° grado: interessamento dei muscoli perineali, ma non dello sfintere anale;
  • 3° grado: coinvolgimento dello sfintere anale; a sua volta si divide in:
    • 3° grado A: coinvolgimento inferiore al 50% dello sfintere anale esterno;
    • 3° grado B: interessamento maggiore al 50% dello sfintere anale esterno;
    • 3° grado C: lacerazione dello sfintere anale interno ed esterno.
  • 4° grado: interessamento di tutto lo sfintere anale e della mucosa rettale.

Yoga in gravidanza

Ciao a tutte!

Questo nuovo articolo del blog è stato scritto in collaborazione con Sara Bertani. Per chi non la conoscesse è l’insegnante di Yoga che collabora nello Studio e a questa pagina potrete trovare la pagina dedicata a lei e alla sua storia.

Oggi parleremo di yoga in gravidanza: quando si può fare e quali sono i benefici.

Il termine Yoga vuol dire “congiungere, unire” e in gravidanza questo significato trova la sua massima espressione: l’unione tra la mamma e il suo bambino.

Con semplici esercizi adatti alle gestanti la donna impara a conoscersi, ad affrontare la gravidanza con naturalezza e ad avere quindi padronanza del proprio corpo e delle emozioni. Tutto questo le torna utile per giungere al travaglio con serenità e consapevolezza.

Ma quali sono gli esercizi/attività più utili per la donna in gravidanza?

  • Apertura del petto: durante gli incontri di yoga la donna ha la possibilità di sperimentare esercizi utili a favorire l’apertura del petto con lo scopo di migliorare la respirazione permettendo al diaframma maggior possibilità di movimento. L’apertura del petto consente anche di migliorare il funzionamento degli organi interni favorendo una buona digestione alleviando la congestione addominale
  • Ricerca dell’equilibrio : tramite lo yoga la futura mamma ha l’occasione di assumere posizioni yogiche che rivitalizzano il corpo e la mente per sentirsi più energica rimanendo consapevole della sacralità di questo avvenimento, rispettando il suo corpo e la vita che cresce dentro di lei. Sperimentando posizioni stabili e piacevoli è possibile imparare a distribuire in modo corretto il peso del corpo che in gravidanza aumenta e sposta il baricentro considerevolmente, provocando un cambiamento di postura che coinvolge anche l’equilibrio. Attraverso movimenti semplici, lenti e fluidi la donna può prevenire ed alleviare dolore e infiammazione al bacino che per nove mesi sarà la culla del bambino, aiutando a sostenere il peso del pancione.
  • Esercizi di respirazione: in gravidanza è importante ascoltare il proprio respiro per restare nel qui ed ora. L’obiettivo degli esercizi di respirazione è di portare l’attenzione verso l’interno e rendere consapevole la mamma che sta respirando per due: il suo respiro, infatti, è ossigeno per il suo bambino. Si rafforza la magia dell’essere un tutt’uno con la vita che cresce nel grembo. Il bambino entra in sintonia con il ritmo respiratorio della mamma e sa quando è rilassata, in tensione, di riposo o in attività. Inoltre, le diverse tecniche di respirazione, sono utili anche durante il travaglio di parto perché da un punto di vista fisiologico l’espirazione è un antidoto per il dolore. Espirazioni lunghe, lente e profonde riducono il battito cardiaco e incoraggiano le inspirazioni che apportano una buona quantità di ossigeno alla mamma e al bambino.
  • Rilassamento: durante gli incontri la gestante può imparare a rilassarsi, pratica fondamentale in gravidanza perché quando la mamma è sotto stress produce un’enorme quantità di cortisolo che va ad influenzare il sistema nervoso del bambino. Il rilassamento profondo aiuta la donna a diventare più forte e resistente facilitando il ritorno verso uno stato di equilibrio e tranquillità dopo una stimolazione o uno stress. Questa pratica offre gioia e tranquillità anche al bambino.

Quando è possibile praticare lo Yoga in gravidanza?

Lo Yoga può essere praticato da tutte le gestanti in qualsiasi trimestre di gravidanza con l’approvazione e il certificato di buona salute del proprio ginecologo.

  • PRIMO TRIMESTRE: nel Primo trimestre il corpo è in fase di cambiamento e questo è dovuto allo sviluppo del bambino e agli ormoni che cominciano a farsi presenti e danno delle sensazioni e sintomi alla madre. Durante la pratica, cosi come nella vita quotidiana, è meglio evitare movimenti troppo rapidi, torsioni profonde e stiramenti estremi nel primo trimestre.
  • SECONDO TRIMESTRE: è il periodo migliore per praticare lo Yoga. E’ chiamato anche il trimestre del benessere. Il corpo continua a subire dei cambiamenti, la pancia si fa importante e porta la donna ad assumere delle posizioni spesso non corrette. La gravida può praticare giornalmente lo yoga evitando posizioni troppo statiche e evitando di restare in piedi per troppo tempo.
  • TERZO TRIMESTRE: è quello più pesante e difficile. È bene evitare movimenti rapidi che possono compromettere la qualità della respirazione e che possano comprimere il grembo. Una gestante che ha praticato lo yoga in gravidanza riesce a vivere meglio queste ultime settimane arrivando serena al momento del travaglio e del parto, vivendo questo momento con gioia.

Quali benefici può dare lo Yoga in gravidanza?

I benefici sono moltissimi:

  • Allunga e scioglie la tensione muscolare aiutando a riposare meglio migliorando circolazione, mobilità forza e flessibilità;
  • Insegna come respirare correttamente: attraverso gli esercizi di respirazione yogica si regolarizza più facilmente anche l’equilibrio emozionale;  
  • È rilassante per la mamma e per il bambino. Rilassandosi e respirando con consapevolezza la gestante presta più attenzione ai segnali inviati dal corpo ed entra meglio in connessione con se stessa e con il bambino;
  • Aiuta la donna a prepararsi per il travaglio ed il parto perché riduce ansia e stress. Quando si ha paura o si sente dolore il corpo produce adrenalina che provoca una riduzione di ossitocina nel sangue (l’ormone che contribuisce a far progredire il travaglio verso il parto).
  • Praticare yoga calma il corpo e la mente, riducendo i fattori che portano il corpo a produrre adrenalina e cortisolo, aiutando la donna durante i difficili momenti del parto. •
  • Può alleviare i classici disturbi della gravidanza come stanchezza, mal di schiena, gonfiore alle articolazioni, dolori a livello lombare, nausea, costipazione, mal di testa e la difficoltà nel respiro.  
  • Aiuta la mamma a rinforzare il legame con il bambino attraverso un ascolto consapevole che aiuta la donna a restare nel qui ed ora, nel presente; •
  • Praticare in gravidanza aiuta la donna a sperimentare ancora più profondamente la magica sensazione di essere una cosa sola con il proprio bambino. I suoi movimenti lo cullano e la sua voce lo massaggia.

Future mamme.. non vi resta che venire in studio per provare di persona una lezione gratuita di Yoga in Gravidanza.

Prossimamente Sara ci racconterà anche che cos’è e che benifici ha lo Yoga Mamma Bebè.

A presto!

Gravidanza e allattamento ai tempi del Coronavirus

Care mamme, in questo periodo particolare della nostra vita, vi scriviamo questo articolo per fare chiarezza sull’emergenza Coronavirus / Covid-19 in relazione alla gravidanza, al parto e all’allattamento.

Vi riporteremo informazioni valide e scientifiche e alla fine dell’articolo troverete i riferimenti delle fonti autorevoli da cui abbiamo preso spunto.

La comunità scientifica italiana dei neonatologi, pediatri, ginecologi e ostetriche (SIN, SIMP, SIP, SIGO, AOGOI, AGUI e FNOPO) ha aderito all’iniziativa dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità) di formare un gruppo di lavoro, coordinato dal Centro Nazionale di Prevenzione delle Malattie e di Promozione della Salute (CNaPPS), al fine di prendere in esame e divulgare gli aggiornamenti della letteratura scientifica sul tema COVID-19 in GRAVIDANZA, PARTO E ALLATTAMENTO.

Le ultime raccomandazioni aggiornate al 18 Marzo 2020 riportano alcune novità :

  • nel momento del ricovero della donna in ospedale il partern/la persona di fiducia devono attenersi a precauzioni aggiuntive come il frequente lavaggio delle mani e la mascherina per poter accedere all’unità di ostetricia per assistere alla nascita.
  • Sono, invece, categoricamente esclusi dall’unità di ostetricia i partner positivi al virus che devono rispettare l’indicazione all’isolamento.
  • Aggiungiamo poi che le visite di parenti/amici non saranno possibili e che anche il partner avrà degli orari da seguire.
  • Non vengono riscontrati benefici nell’allontanamento del neonato dalla madre (anche positiva a Covid 19), pertanto per promuovere Bonding e Allatamento mamma e bambino rimangono insieme.
  • Non c’è ad oggi evidenza di trasmissione verticale (cioè da mamma a bambino) sia in gravidanza che in allattamento.
  • Anche per le madri risultate positive al Covid-19 l’indicazione è quella di mantenere uniti madre e neonato nel dopo-parto con un’occhio di attenzione in più per questi neonati che seguiranno un appropriato percorso di controlli sia dopo la nascita sia a distanza nei mesi con un adeguato follow-up.

Fonte: https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-gravidanza-parto-allattamento-19-3-20

Anche la Leche League Italia ci ricorda come “l’allattamento protegge il bambino quando lui o qualcuno in famiglia è malato”.

Pertanto le raccomandazioni per continuare a sostenere l’allattamento esclusivo al seno sono le seguenti:

  • Lavarsi bene le mani prima di allattare.
  • Allattare spesso.
  • Se sei ammalata indossa una mascherina quando sei vicina al tuo bambino.
  • Continua ad allattare.
  • Se devi andare in ospedale tieni il bambino con te e continua ad allattarlo, se te la senti e se puoi. Altrimenti estrai il latte per il tuo bambino.
  • Cerca il sotegno di cui hai bisogno per continuare ad allattare (Ostetrica o professionisti dell’allattamento).

Fonte:  https://www.lllitalia.org/

Infine l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ricorda a tutti, donne, ostetriche, medici, operatori della nascita, che

“TUTTE LE DONNE, CHE ABBIANO O MENO CONFERMATA INFEZIONE DA COVID-19,  HANNO DIRITTO A UN’ESPERIENZA DI PARTO SICURA E POSITIVA”.

Per poter garantire questo diritto a tutte le donne, l’Oms ci fa riflettere su alcuni punti che tutti dovremmo avere bene in mente:

  • RISPETTO E DIGNITA’
  • la presenza di un PARTNER A SCELTA della donna
  • una COMUNICAZIONE CHIARA CON LO STAFF
  • STRATEGIE DI CONTENIMENTO DEL DOLORE
  • MOVIMENTO IN TRAVAGLIO quando possibile, e POSIZIONI LIBERE PER SPINGERE.

Fonte: https://www.who.int/news-room/q-a-detail/q-a-on-covid-19-pregnancy-childbirth-and-breastfeeding

Mamme e future mamme… ricordatevi che non siete sole.

Noi ostetriche ci siamo, siamo presenti anche in questo periodo molto particolare che stiamo vivendo.

La salute di mamma e bambino vengono prima di tutto ma se ci fosse qualche problema ( allattamento, gestione del neonato, decorso materno post-parto), dubbio o domanda NON ESITATE A CONTATTARCI.

Tutte le nostre consulenze on-line sono attive, mentre invece le visite domiciliari sono riservate ai casi più urgenti.

ANCHE SE A DISTANZA, LE OSTETRICHE CI SONO!

Test di gravidanza: cos’è e come si fa

Sono incinta?

Come posso esserne sicura al 100%?

La risposta è presto detta: eseguendo un test di gravidanza!

Il test di gravidanza è un argomento molto ricercato e molto dibattuto tra le donne, soprattutto quando ci si trova alla prima possibile gravidanza.

Nell’articolo di oggi parleremo proprio del test di gravidanza: quali sono i diversi tipi di test esistenti, come sono fatti e come si eseguono.

Cosa misura il test di gravidanza?

Il fattore principale che accomuna tutti i test di gravidanza è che cosa va ad “analizzare”: il test di gravidanza ha una “sensibilità” che è in grado di rilevare la presenza o meno del Beta HCG (Gonadotropina corionica umana), che altro non è che l’ormone della gravidanza.

Quali tipi di test di gravidanza esistono?

Ne esistono principalmente due tipologie, che ora vedremo.

1) Test di gravidanza da eseguire sulle urine

È il classico stick (bastoncino) che si può acquistare in farmacia, nelle sanitarie, al supermercato o nei distributori automatici.

Ne esistono di diverse marche, prezzo e modalità di lettura del risultato.

Il prezzo di questo test di gravidanza varia dai 6/7 Euro fino ai 16/17 Euro.

Per alcuni la modalità di lettura è in “lineette”: cioè una linea significa esito negativo e due linee significa esito positivo.

Altri, invece, visualizzano già sul display dello stick le settimane di gravidanza in caso di positività oppure può risultare la scritta “non incinta”.

Come si fa il test di gravidanza con lo stick?

Indipendentemente da marca, prezzo e modalità del risultato il test si effettua in modo uguale. 

Una volta aperta la confezione e scoperta la parte dello stick “assorbente”, è sufficiente far cadere un po’ di flusso di urina sulla parte assorbente per poi ricoprirla con il tappo in dotazione. 

In media basterà attendere circa 5 minuti per avere il risultato.

2) Test di gravidanza sul sangue

Il Beta HCG può essere rilevato o meno attraverso un prelievo del sangue.

Questo prelievo si può eseguire in ospedale con impegnativa del medico curante oppure presso laboratori privati con o senza impegnativa del medico.

Il risultato (pronto in uno o massimo due giorni) può essere negativo (cioè non viene rilevato l’ormone della gravidanza) oppure positivo (cioè viene rilevato e calcolato la quantità dell’ormone della gravidanza presente).

Quali sono le differenze tra i due tipi di test?

Il test sulle urine può risultare come un falso negativo: cioè può accadere che la donna sia in gravidanza, ma il test non lo rileva. 

Questo può accadere perché la presenza di Beta HCG impiega più giorni ad essere presente nelle urine rispetto invece al test sul sangue che calcolando in numero la presenza o meno dell’ormone lo rileva già dopo un sospetto di ritardo.

Un’altra differenza sta appunto nel dosaggio del Beta HCG: il test sulle urine dice solo se è positivo o negativo (fatto salvo per quelli più innovativi che indicano le “settimane” di gravidanza anche se è sempre un range e mai una settimana di gravidanza esatta).

Invece il test sul sangue indica il dosaggio dell’ormone della gravidanza (ogni laboratorio nella propria unità di misura) e quindi si ha un riferimento un po’ più chiaro delle settimane di gravidanza, prendendo come riferimento la data dell’ultima mestruazione.

Quale test di gravidanza conviene fare?

Il test sulle urine è sicuramente quello più facilmente reperibile, anche di notte per esempio nei distributori delle farmacie, nel caso un ritardo del ciclo ci spinga a provare il test per sapere l’esito.

In linea di massima però il consiglio dei professionisti è sempre quello di fare entrambi i test di gravidanza: dopo quello sulle urine è sempre consigliabile fare un’esame del sangue per conferma e per dosare correttamente l’ormone Beta HCG.

Quante volte fare il test di gravidanza?

A volte i professionisti (ginecologo o ostetrica) consigliano di ripetere una seconda volta il test di gravidanza sul sangue, a distanza di una decina di giorni dal primo prelievo, per avere la conferma che l’ormone aumenti rispetto al primo dosaggio.

L’aumento del dosaggio di Beta HCG nel secondo prelievo è un buon segno per l’avvio della gravidanza; sullo stick delle urine, invece, non è possibile notare questo aumento.

Come aumenta il Beta HCG?

Questo ormone, in caso positivo di gravidanza, ha un’aumento molto veloce nelle prime settimane di gravidanza.

Aumenta del doppio o anche del triplo di settimana in settimana.

Un rallentamento della crescita di questo ormone, invece, va tenuto sotto controllo dai professionisti (ginecologo o ostetrica).

Con l’ecografia nelle primissime settimane purtroppo non è possibile vedere già la crescita fetale (si parla di dimensioni vicine a pochi millimetri!) quindi il dosaggio sul sangue del Beta HCG è il primissimo dato che può confermare l’inizio e il buon avvio di una gravidanza.

Altre domande?

Se hai dei dubbi o altre domande in merito al test di gravidanza, gli ormoni Beta HCG o altro non esitare a scriverci o a contattarci: saremo felici di poterti aiutare!

Dieta in gravidanza: i cibi da evitare

Ciao a tutte e benvenute in questo nuovo articolo del nostro blog dove parleremo della dieta da seguire in gravidanza ma soprattutto dei cibi da evitare in gravidanza.

L’alimentazione è uno degli aspetti più importanti, insieme a un buon stile di vita e al movimento, per una vita sana.

L’alimentazione rappresenta quindi una parte fondamentale per le donne in età fertile che ricercano una gravidanza (unitamente all’assunzione di acido folico) e anche per le donne che invece una gravidanza l’hanno già iniziata.

Si parla sempre di “dieta” in gravidanza ma non è propriamente corretto: sarebbe molto meglio parlare di “corretta alimentazione”.

L’aumento di peso in gravidanza

Parliamo per primo dell’aumento di peso (kg) in gravidanza.

Le donne in gravidanza in base al loro peso di partenza pre-gravidico (unito all’altezza) seguendo una corretta alimentazione possono tenere sotto controllo i kg presi e rimanere nei range di aumento consigliati.

È superato anche il falso mito del “dover mangiare per due” in gravidanza.

L’importante è mangiare in maniera sana e il più completa possibile dei nutrienti che servono sia alla mamma sia al bambino avendo cura di avere determinate accortezze solamente su alcuni cibi che tra poco vedremo.

Vediamo ora quali sono i cibi da preferire, quelli da limitare e quelli da evitare in gravidanza. Se vuoi ricevere la tabella completa pratica da tenere sul tuo smartphone, iscriviti alla nostra newsletter e ricevila gratis!

Alimenti da preferire in gravidanza

Vediamo prima quali alimenti preferire:

  • Alimenti freschi
  • Carni magre e ben cotte
  • Formaggi magri come mozzarella, robiola, ricotta
  • Latte e yogurt, preferibilmente magri
  • Pesce (cotto al cartoccio, al vapore o in umido) come per esempio sogliola, merluzzo, orata, nasello
  • Frutta e verdura fresca di stagione, ben lavata, da consumare tutti i giorni.

Alimenti da limitare in gravidanza

I cibi e le bevande da assumere limitatamente sono:

  • Caffè e tè
  • Sale, meglio se iodato
  • Zuccheri (da evitare quelli raffinati per preferire quelli complessi come pane, pasta, riso)
  • Uova: massimo un paio a settimana e sempre ben cotte
  • Grassi (soprattutto quelli usati per cucinare come il burro, la margarina, ecc…)

Alimenti da evitare in gravidanza

Infine vediamo insieme una lista di alimenti che è preferibile evitare soprattutto perché possono essere veicolo di alcuni agenti patogeni come per esempio il Toxoplasma gondii (devono fare molta attenzione le donne che sono negative al toxo-test), la Listeria monocystogenes e la Salmonella.

  • Attenzione alle uova poco cotte! Attenzione anche a quelle presenti nella maionese fatta in casa o nelle creme delle torte farcite soprattutto se fatte in casa.
  • Evitare i formaggi molli e semimolli con croste o muffe (brie, gonrgonzola, ecc…).
  • Attenzione al latte crudo (acquistato dai distributori) e al latte crudo di capra: vanno consumati previa bollitura.
  • Evitare le carni crude macinate, il carpaccio e le carni affumicate per donne negative al toxo-test.
  • Attenzione alle carni in scatola consumare subito dopo l’apertura; evitarne comunque la conservazione.
  • Evitare i salami freschi o poco stagionati (soprattutto se di produzioni familiari) per donne negative al toxo-test.
  • Evitare il pesce crudo perché può essere presente Listeria monocystigenes.
  • Evitare il pesce spada e gli squaloidi.
  • Attenzione ai molluschi, le ostriche e i crostacei: consumarli solo se cotti.
  • Attenzione alle verdure in busta: consumare solo dopo accurato lavaggio.
  • Evitare l’insalata già pronta al bar o in gastronomia.

Quanto riportato è un riassunto dei cibi a cui porre attenzione e i cibi invece da evitare durante in periodo della gravidanza.

Per la lista completa dei cibi che invece si possono mangiare vi invitiamo ad iscrivervi alla nostra newsletter per scaricare la “Guida all’alimentazione in gravidanza” dove troverete moltissimi consigli e un manuale pratico da avere sempre a portata di mano assieme a una tabella riassuntiva dei cibi consigliati e quelli da evitare.

Per qualsiasi altra domanda in merito contattateci!

Fonte: Ministero della Salute

Nota bene: le informazioni riportate in questo articolo non sostituiscono in alcun modo i consigli, il parere, la visita, la prescrizione del medico o di un professionista in materia di gravidanza.

Come riconoscere i sintomi della gravidanza?

Ad un certo punto sorge una domanda: sarò incinta? Non sarò incinta? Cos’è questo ritardo?

Quali sono i primissimi sintomi della gravidanza?

Non sempre è facile riconoscere e capire i segnali che il nostro corpo di donna comunica.

Siamo abituati a film e serie tv in cui le donne sentono un po’ di nausea appena sveglie alla mattina e da questo sono certe di essere in attesa di un figlio.

La realtà è un po’ diversa e variopinta.

Per fortuna!

I sintomi della gravidanza, infatti, possono essere molteplici e ogni donna è diversa dall’altra, per cui i sintomi che si provano sono molto soggettivi.

Capita anche che alcune donne abbiano così tanto il desiderio di avere un figlio, da interpretare male i sintomi della gravidanza. Anche perché questi all’inizio possono essere molto simili a quelli che si provano nel periodo premestruale.

Ne parliamone insieme in questo articolo, per aiutarci a conoscere i primi sintomi della gravidanza e a fare un po’ di chiarezza nel come riconoscerli.

Iniziamo!

Amenorrea

Di cosa si tratta? Della mancanza di mestruazioni.

Ogni donna ogni 28 giorni – qualcuna prima, qualcuna dopo – ha le mestruazioni e se queste un mese saltano il motivo potrebbe essere che sia iniziata una gravidanza.

Se il ciclo ritarda molti giorni più del previsto o salta completamente un mese, e se sapete di aver avuto rapporti non protetti allora è il caso di fare un test di gravidanza (su urine o sangue) per avere una conferma se siete incinta o meno.

È bene specificare che tutta la gravidanza è caratterizzata da amenorrea: durante i 9 mesi di gestazione la donna infatti non ha le mestruazioni.

Nausea e vomito

Il senso di nausea e il vomito sono davvero i sintomi che molto frequentemente caratterizzano l’inizio di una gravidanza.

Le mestruazioni saltano e se la gravidanza è iniziata questi sintomi sono dei “buoni indicatori” perché ci dicono che a livello ormonale la donna si sta preparando ad accogliere e a ospitare per nove mesi una vita che cresce dentro di lei.

Questi due sintomi sono molto soggettivi: alcune donne ne soffrono moltissimo per i primi mesi tre mesi circa, altre donne non ne soffrono affatto.

Solitamente possono essere molto marcati la mattina oppure la sera.

Per stare un po’ meglio le donne che ne soffrono possono mettere in atto degli accorgimenti per limitare il disturbo.

Un primo accorgimento potrebbe essere quello di fare piccoli pasti ravvicinati nell’arco della giornata e quindi non lasciare mai lo stomaco completamente vuoto.

Un’altro rimedio che può essere d’aiuto è l’utilizzo del succo di limone o lo zenzero, sotto forma di tisane.

Esistono anche dei farmaci da utilizzare nei casi dove questi sintomi si fanno più gravi e debilitanti: in questo caso è meglio parlarne sempre con la tua ostetrica o con il tuo medico.

Sonnolenza e stanchezza

Questi sono altri due sintomi che possono presentarsi all’inizio di una gravidanza.

Il corpo della donna cambia il suo assetto ormonale per far sì che avvenga un buon impianto e un buon inizio di gravidanza.

Il fatto di sentirsi stanche e di avere una grande sonnolenza sono segnali che il corpo manda alla donna per dirle di “rallentare” e prendersi del tempo per sé per una buona partenza della gravidanza stessa.

Il rimedio più indicato per questi sintomi è solo uno: il riposo!

Fermatevi e prendete del tempo per riposare, se vi sentite troppo stanche. Lasciate il tempo al corpo di abituarsi al cambiamento in atto.

Fastidio verso certi odori

Questo disturbo anche chiamato “IPEROSMIA GRAVIDICA”: è causato dal cambiamento ormanale che avviene nella donna in gravidanza a partire dalle primissime settimane e dalla presenza più numerosa di cellule adibite all’olfatto.

La donna quindi può sviluppare, chi più chi meno, questo fastidio verso certi odori come per esempio la carne o il pesce crudi, il fumo, la benzina, i profumi per gli ambienti, i profumi delle persone, il sudore, il caffè, le uova e molti altri.

Questo disturbo, oltre che essere sintomo di gravidanza, è quasi “protettivo” per le donne: esse infatti riconoscono e si allontanano da tutte quello che emana un cattivo odore e la maggior parte delle volte sono cose dannose (fumo, alcool, caffè, carne cruda) che il corpo appunto “allontana” per proteggere le donna.

Un’altro significato che si può dare a questo disturbo è quello di “allontanare” appunto tutti quegli odori che risultano forti e sgradevoli per fare in modo che la donna abbia affinato un’olfatto più fine alla nascita per poter riconoscere l’odore del proprio bambino e poterlo quindi proteggere.

Sbalzi ormonali

A partire dalla fecondazione, proseguendo poi con l’impianto in utero e con lo sviluppo del feto nelle prime settimane il corpo della donna è sottoposto a una cascata ormonale che da una parte permette la buona riuscita di queste fasi iniziali e dall’altra però possono rendere molto sensibile la donna alle emozioni.

La gioia.
La paura.
La tristezza.
La felicità.
La preoccupazione.

Ogni donna nelle prime settimane prova un mix di emozioni che possono sembrare destabilizzanti.

Un minuto prima si salta di gioia il minuto dopo si è in una valle di lacrime senza alcun motivo apparente.

È tutto nella norma. Il vostro corpo sta subendo una cascata ormonale ed è normale che la donna ne risenta in pieno gli effetti.

Passato il primo trimestre la gravidanza si stabilizza soprattutto a livello ormonale e anche se si rimane molto sensibili (e dalla commozione facile) ci saranno sempre meno sbalzi di umore bruschi come all’inizio.

Tutto il bello della gravidanza

Il periodo della gravidanza cambia molto profondamente la vita di una donna.

Da donna si diventa madre.

Durante i nove mesi di gravidanza il corpo della donna accoglie, protegge e nutre il neonato fino al momento della nascita.

Con il parto le donne diventano delle leonesse: si confrontano con dei limiti , sia fisici che emotivi, che possono sembrare insormontabili.

Ma le donne nel loro profondo sono preparate a questo e sono anche preparate ad affrontarlo.

Certo il periodo della gravidanza può presentarsi in diversi modi.

Alcune vivono una gravidanza senza particolari disturbi e possono raccontare di averla vissuta tranquillamente e con serenità.

Altre, invece, soffrono dei classici sintomi della gravidanza e possono viverla più pesantemente.

Anche il parto in sé è un’esperienza troppo soggettiva per confrontarla tra donne diverse. 

C’è, infatti, chi racconta di parti rapidi e indolori, e chi di ore e urla interminabili. Non è mai consigliabile fidarsi troppo dell’opinione di una sola amica in merito! Perché ogni donna è diversa e unica nello stesso tempo, per cui anche il modo in cui il corpo reagisce è unico e diverso da tutte le altre.

Nonostante questo, però, c’è una cosa che accomuna tutte le donne, indipendentemente dalla vissuto della gravidanza e dall’esperienza del parto.

È la grande forza che queste esperienze lasciano nel vissuto della donna.

Abbracciare il proprio bambino dopo la nascita ripaga di tutti gli sforzi immensi fatti, di tutti i limiti che si sono dovuti superare, di tutte le sfide che si sono dovute affrontare. 

La donna assieme al proprio marito e compagno escono da questo periodo molto più forti ed uniti.

Essere madri è un dono.

Essere madri è una scelta consapevole.

Essere madri è un’esperienza che fa maturare un’istinto che fino a quel momento era solo innato e che l’arrivo di un figlio fa uscire allo scoperto e lo trasforma in amore incondizionato, senso di protezione, senso di accudimento.

Come cambia tutto quanto all’improvviso.

Normalmente sei al lavoro, vai a fare la spesa, ti occupi della casa, esci con le amiche…

E un bel giorno scopri di essere incinta!

Quante domande. 

Quanti pensieri.

Primi passi in gravidanza

Dal momento in cui il test di gravidanza risulta positivo molte donne iniziano a chiedersi quali saranno i prossimi passi da fare.

Innanzitutto è bene fissare una prima visita intorno alle 8/9 settimane di gestazione dove – insieme al professionista (ostetrica o ginecologo) – si parlerà di moltissime cose.

Ad esempio degli esami da eseguire in gravidanza, un’accurata anamnesi della donna, l’iter delle ecografie da fare e le varie visite successive da eseguire in gravidanza.

Alcuni sintomi fastidiosi come nausea, vomito, bruciore di stomaco e stanchezza possono presentarsi nelle prime settimane. 

Ma non vi preoccupate! 

Sono sintomi che ci dicono che:

  • la gravidanza sta avanzando
  • gli ormoni stanno facendo il loro lavoro
  • il corpo della donna si prepara ad accogliere una nuova vita dentro di sé.

Ma come cambia il corpo della donna?

Già dalle prime settimane il corpo della donna per effetto degli ormoni presenterà man mano delle rotondità sempre più accentuate: le forme si ammorbidiscono, il seno si tende e aumenta di volume, la pelle diventa più luminosa e i capelli diventano più lucenti.

È un momento in cui tutto della donna esprime la bellezza della sua femminilità! 

Il vero e proprio aumento della “pancia” si inizia a notare dopo la fine del primo trimestre (12 settimane circa in base alla costituzione materna). 

Man mano che le settimane passano, la sensazione di tensione dell’addome è segno che l’utero sta aumentando il suo volume per accogliere il feto che cresce.

E i primi movimenti quando si sentiranno?

Il battito del cuore fetale è possibile percepirlo intorno alle 8-9 settimane tramite un’ecografia transvaginale.

I primi movimenti del bambino nel primo trimestre sono percepiti come “sfarfalii” o simili a “bollicine”, mentre nel secondo trimestre verrano percepiti dalla donna molto più nitidamente (ad esempio con calcetti o spinte con le mani).

Ed emotivamente come cambia la donna?

Dobbiamo precisare che ogni donna ed ogni gravidanza sono a sé e non si può certo generalizzare sugli stati d’animo.

Alcune gravidanze possono essere non cercate in quel momento, oppure cercate da tantissimo tempo. Possono essere sofferte, oppure vissute come il dono più grande.

Ogni donna ha dentro di sé un vissuto personale e sa cosa significa quella gravidanza per lei.

Durante i nove mesi sono moltissime le emozioni che si possono provare.

Passiamo da un misto di emozione/felicità a momento di pianto sconsolato perché i pensieri sono molti: 

  • Ce la farò? 
  • Il mio bambino sta bene? 
  • Il parto mi deve far paura? 
  • Sarà doloroso? 
  • Quanti cambiamenti devo fare nella mia vita/casa?

È normale che arrivino tutte queste preoccupazioni nella mente di una donna.

Tante volte si realizza appieno il fatto di aspettare un bambino con l’ecografia.

Questo momento ci aiuta a rendere più reale quello che da fuori non si vede.

Certo è che solo al momento del parto e quando si terrà per la prima volta in braccio il proprio figlio, il bambino da “immaginato” diventerà reale.

Il bambino “immaginato” è l’immagine che le donne danno nella loro mente al loro bambino. 

Immaginano tutto: che colore avrà gli occhi, che colore avrà i capelli, a chi assomiglierà di più, che tipo di carattere avrà…

Tutto questo diventa reale al momento del parto quando finalmente potranno confrontare tutte le idee che si erano fatte sul loro bambino con la realtà e il bambino che poi stringeranno tra le braccia.

È giusto, quindi, per ogni donna prendersi del tempo durante la gravidanza per capire come sta, cosa prova o anche solo per parlare con il proprio bambino.

Condividere emozioni e paure della gravidanza

Una cosa importante da tenere a mente è quella di condividere sempre tutto questo con il proprio marito o compagno. 

L’uomo da fuori vive la gravidanza diversamente e ha bisogno di questo confronto per essere partecipe nell’esperienza della propria compagna.

A volte forse non è subito facile esternare il proprio stato d’animo in questa fase di cambiamento. Prenditi il tuo tempo, ma abbi a mente e a cuore di condividerlo anche con tuo marito e il tuo compagno. 

Sarà un viaggio bellissimo!


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